E’ morto Altero, il padre della pizza al taglio a Bologna, dal 1957.
Altero è stato il mio primo (e sinora unico) datore di lavoro, ero assunto come “aiuto banconiere” nel mitico negozio di via Indipendenza. Era il 1995 e studiavo a Ingegneria. L’anno dopo avrei fondato SMS.it.
E’ un altro pezzo di Bologna che se ne va? Spero di no: le pizzerie sono in ottima salute e non chiuderanno. Spero solo che non effettuino restyling in stile minimalist-milanese. Anche se succederà, me lo sento.
Stasera sono stato all’osteria da Marione in via San Felice… sembra che siamo prossimi al capolinea…
Purtroppo Mario ha avuto problemi di salute e si sta riprendendo a fatica: sta pensando di dargliela su, anche perchè l’Osteria non è molto frequentata e Marione ormai vive di ricordi della sua Bologna che non c’è più…
Ha già ribadito più volte che dopo di lui non ci sarà nessuno, tanto l’osteria è sua e può farne ciò che vuole, cioè chiuderla per sempre…
Un altro pezzo di Bologna e della Bolognesità che si sta lentamente spegnendo, in silenzio e lontano dall’attenzione di tutti… Ho già sofferto per la chiusura dell’ Osteria del Legionario del mitico Corvo; ora mi dovrò preparare anche alla fine di via San Felice.
Oltre a Mario (è ancora aperto?) mi dicono che sta chiudendo l’Osteria del Sole in vicolo Ranocchi.
Sembrano resistere bene la Scimmia in via Andrea Costa e il Becco di Legno in via Palmieri. Ma quante altre vere osterie restano a Bologna?
Il Legionario ha abbassato la serranda già da tempo, e tanti altri posti con un’anima sono scomparsi: il Denny’s pub, No Limits – Blues Park – Genesis – Figli di Bacco, il Tempo Perso, al cui posto ora c’è un’improbabile …agenzia immobiliare!
Quoto il mio amico Christian:
Sulle cose che cambiano. Cambiano le cose e cambiano gli occhi con i quali le guardiamo: avendo una sensibilita’ europea -non americana, non orientale- mi trovo spesso immerso nella dolce tristezza dei ricordi.Non v’e’ salvaguardia perche’ tale e’ il cuore umano -almeno quello europeo. Mi vengono in mente quei monaci che lavorano alla costruzione della mandala tibetana; vi si adoperano per mesi, incessantemente, collocando ad uno ad uno i granelli di sabbia colorata finche’ il disegno non e’ perfetto, completo, bellissimo. A quel punto, lo distruggono per ricordare che tutte le cose umane sono effimere e per educare a non soffrire quando le perdiamo.Essendo europeo -non americano, non orientale- non voglio imparare a non soffrire: mi contento di passare da un distacco all’altro con l’occhio incantato dalla varieta’ meravigliosa -delle esperienze, delle culture, dei palazzi, dei quadri, delle persone.E mi contento di ricordare le cose, addolcite dal tempo. E cosi’ Marione sara’ sempre quello di “bianco o rosso?” e il Corvo quello di mille discorsi incompresibili. Come nella mandala tibetana, presto saranno distrutti: e (alcuni di) noi soffriranno. Perche’ le cose umane sono effimere.Con Coleridge: “day after day, day after day, we stuck nor breath nor motion, as idle as a painted ship upon a painted ocean, water, water everywhere and not a drop to drink, water, water everywhere and all the boards did shrink”.Ma questo e’ forse un altro discorso.
Viva Marione! Viva Il Corvo! E viva i nostri momenti nei loro locali: perfetti come una mandala tibetana.P.S. Come spesso mi accade, sono stato didascalico-paternalistico. Perdonami perche in buona fede; sorridi perchè del poeta ho il cuore ma non il talento.
ciao non Ti conosco ed ho 25 anni piu’ di Te ma questo sentimento sui locali che chiudono e’ di tutto il Nord provinciale, ossia del grande Nord che ha fatto grande economicamente e civilmente anche il resto d Italia. Anche qua a Brescia e Bergamo cerchiamo di rintanarci nelle osterie dove si parla il ns dialetto, toccando gli arnesi dei ns nonni, prendendoci in giro. Il multiculturalismo capitalista milanese e la cultura dei salotti ci sta uccidendo, l unico scampo e’ creare zone di purezza. La politica non ci entra piu’ si tratta di sopravvivere
a 43 anni leggendo queste VS riflessioni sui locali che chiudono, mi chiedevo se qualcuno sta pensando per puro caso alla disoccupazione ed ai contratti precari e agli stipendi da 600 euro al mese come il mio con moglie e 3 figli a carico, ma forse questa e un’altra storia, ciao a tutti, Lamezia Terme CZ carl.gio@alice.it
…………
Sono ancora aperte come un tempo le osterie di fuori porta,
ma la gente che ci andava a bere fuori o dentro è tutta morta:
qualcuno è andato per età, qualcuno perchè già dottore
e insegue una maturità, si è sposato, fa carriera
ed è una morte un po’ peggiore…
……………
Si alza sempre lenta come un tempo l’alba magica in collina,
ma non provo più quando la guardo quello che provavo prima.
Ladri e profeti di futuro mi hanno portato via parecchio,
il giorno è sempre un po’ più oscuro, sarà forse perchè è storia, sarà forse perchè invecchio…
…………
Non lo crederesti ho quasi chiuso tutti gli usci all’avventura,
non perchè metterò la testa a posto, ma per noia o per paura.
Non passo notti disperate su quel che ho fatto o quel che ho avuto:
le cose andate sono andate ed ho per unico rimorso le occasioni che ho perduto…
Sono ancora aperte come un tempo le osterie di fuori porta,
ma la gente che ci andava a bere fuori o dentro è tutta morta:
qualcuno è andato per formarsi, chi per seguire la ragione,
chi perchè stanco di giocare, bere il vino, sputtanarsi
ed è una morte un po’ peggiore…
……….
……….
così cantava Francesco … era il 1974 e tu nascevi …
oramai anche le osterie di fuori-porta, se ci sono ancora, sono un’altra cosa …
quando chiuderà anche Mengoli?
ma di voi, che fuori o dentro, non siete morti, nessuno che abbia voglia di raccogliere il testimone?
buona notte, Ema!
Tutto é iniziato quando giá al principio degli anni ’90, il Bar Centrale, unico esercizio ad essere sempre aperto (24hh/365gg), che non aveva mai chiuso nella sua storia (non aveva saracinesche), é stato fagocitato da Mc Donald, all’angolo della T, di fronte all’indifferenza della giunta comunale.
Probabilmente il sindaco di oggi, non essendo Bolognese, il Bar Centrale non sa neanche cosa fosse.
Speriamo che gli eredi non sputtanino tutto… Di solito succede così: la prima generazione sopravvive, la seconda chiude. La pizza di Altero era un punto fisso della mia infanzia, quando la mamma me la comprava dopo il giro in centro e non c’erano le varianti, esisteva solo la classica margherita; e della mia adolescenza, quando si sentiva il profumo da lontano e si entrava affamati: “Una al prosciutto”!
Poi son diventata milanese e non ho mai più provato niente di simile. Ci si avvicinano i panzerotti di Luini, di fianco a piazza Duomo, ma penso che anche Luini si sia snaturato nel corso degli anni e forse quando l’ho conosciuto io, era già molto diverso da come l’han vissuto i miei coetanei milanesi.
Che dire? W Altero, per sempre!
Iris
Certamente oggi ci sono problemi molto più gravi e seri di cui parlare, ma nonostante questa consapevolezza non si può non dispiacersi di fronte alla scomparsa di un uomo che nel suo piccolo ha fortemente contribuito alla bolognesità di tutti noi, perchè perdendo lui e ciò che lui e il suo locale ha sempre rappresentato, così come abbiamo già perso altri locali, stiamo lentamente (ma non poi tanto) perdendo quelle “valvole di sfogo” che ci permettevano di andare avanti a tirare il nostro carretto, volenti o nolenti, come bravi animali da soma a cui ogni tanto gli viene allungata una carota.
Tra un pò non ci rimarrà altro da fare che tirare e basta. Certo non c’è di che gioirne.
Devo alle pizze a quadretti di altero un buon 30% del mio attuale peso corporeo…E non è poco, credetemi. Mi dispiace. E molto. Ma non ci stò sulla bolognesità che si stà spegnendo. La scorsa settimana a casa di una mia amica ho visto una nonna impartire a una nipotinaun ordine deciso:
“Metti subito a posto tutto!!!”
“NO!!!!” risponde stizzita e decisa la nipotina
“Guarda che se non lo fai lo dico al tuo Papà” e lì, mossa probabilmente da quella soggezione genitoriale che tutto può, la bimba cede. Ma avvicinandosi a giochi da sistemare esclama:
“Cioccia nonna, due maloni…”
Bologna è cambiata. Cambierà ancora. Ma non si spegnerà mai. Chiudono le Osterie in centro, ma rinascono le campagne. Più avanti avverrà il contrario. E’ già avvenuto, avverrà ancora. Noi, piuttosto, cosa facciamo? Stiamo qui a compiangerci? Io almeno un bolognesino DOC l’ho messo al mondo. Tu cosa aspetti? E poi lo sai che ti sono affezionato… Facciamo così: organizza una serata per tutti gli amanti della bolognesità dove ognuno porta qualcosa della sua Bologna (foto, ricordi, canzoni) da condividere con gli altri. Io ci metto un’ora di seminario gratuito sul dialetto bolognese.Ci stai?
Cioccia, 40kg in pizze???
Spero tu abbia ragione. Io vedo dei fenomeni che mi piacciono assai poco: troppi locali si stanno “milanesizzando”. “tirano” di più, ed è questo il punto: i giovani evidentemente non percepiscono che certi posti HANNO UN’ANIMA, e quest’anima non c’è nei tanti improbabili “pub” e tantomeno nei Nu Lounge e altre oscenità simili.
Non hanno idea dello spettacolo che offriva il Corvo al Legionario, che ancora offre Mario in via san Felice se gli ordini una cocacola, Armando al bar Miami in via Sicilia, o Gianni (si chiama così?) all’osteria alla Scimmia in v. Andrea Costa, o al Becco di Legno. Non capiscono la bellezza di questi posti: li vedono solo “vecchi e brutti” (come effettivamente sono) e non capiscono che sono belli PROPRIO per quel motivo.
Non sentono l’eco di milioni di SOCMEL sono rimbalzati su quei muri scrostati.
Io non lo dico perchè ho 32 anni. Da sempre coi miei amici frequento questi “pustàz” e ne vado fiero.
Noi cosa facciamo? Tu hai messo al mondo il bolognesino e hai fatto bene. Io aprirò una scuola ben migliore di quelle attuali dove, se me lo manderai, spero di farlo diventare un adulto consapevole e libero.
Per la serata, io ho sempre lo stesso chiodo fisso: far uscire allo scoperto le Balle, a cominciare dalla nostra! Ad esempio, suggerirgli di organizzare una serata ogni 2-3 mesi in un posto come quelli che ho elencato… tutti ne trarrebbero giovamento…
sono contrario!!!
Perchè no? La Balla è nata per stare in piazza del Nettuno, solo che per qualche generazione se lo dimentica. Poi però arriva un “Lume del momento” ed ecco che come per incanto è sempre stata lì… Però la balla non è tutta Bologna… Prima hai toccato un tasto giustissimo: Tutto si sta milanesizzando perchè tira di più: deve far riflettere. Sicuramente i locali eleganti con belle pupe vestite alla moda tirano di più dei pustàz e dei loro Osti bestemmianti. E questo vale per l’Università, le botteghe, la Balla (dove anche lì la classica mandria di bufali passa inevitabilmente al secondo posto)e tutto ciò che possa vedere un minimo di passaggio di qualsiasi “entità di consumo – spendente quattrino”. Ma ti meravigli? Non ti sei mai chiesto se questo non sia già avvenuto in passato? Proviamo a leggere come Bologna ha vissuto l’epoca romantica di metà ottocento o cosa portò il rinascimento fiorentino dopo il ‘400. Sai quanti Socmèl volarono nel seicento quando il Papa di Roma (allora Papa Re, ricordiamolo…)fece sparire le prime antesignane case di appuntamenti? Anche a me tantissimi segnali fanno imbizzarrire (sapessi la moschea… o il culo peso di Cofferati…)però so di essere splendidamente e paurosamente Petroniano e quindi ovunque sono è fortemente probabile che un Socmèl rimbalzi…Ed è altrettanto probabile che la pupa alla moda invecchi e che altri socmel ancora rimbalzino tra quei muri. Anche se a dirli non sarò più io…
Bellissima l’idea della scuola: bada che te lo mando il mio bolognesino…
per quanto mi riguarda…se Bologna si sta“milanesizzando”,c’è un motivo!!
forse qualche milanese ha aperto dei locali !!!