Personalmente mi occupo, da molti anni (considerato che sono sulla soglia dei 60) di situazioni di grande sofferenza relazionale, soprattutto per motivi professionali. Posso assicurarvi che ho incontrato situazioni in cui la separazione coniugale era un dovere, direi un dovere morale vero a proprio e lo dico anche in senso cristiano. Il permanere nello stato di matrimonio può addirittura essere – mi si perdoni l’espressione – un peccato contro natura. La sopportazione può diventare un masochismo patologico che, ben lungi da essere una virtù cristiana, diventa una perversione. Parimenti ho visto persone che, attraverso la ricostruzione di una nuova unione, hanno ritrovato la vita e a volte anche la fede, sono uscite da gravi depressioni. Ricordo un caso in cui un mio paziente divorziato, grazie ad un nuovo matrimonio, superò un grave stato psicotico. Ma il Magistero finge di non sapere tutto questo, allo stesso modo in cui finge di non vedere che in molte unioni omosessuali c’è più amore, tenerezza e sacramentalità che in certe coppie eterosessuali che vanno alla messa delle 11 alla domenica. Il germe dell’Inquisizione non si è ancora spento nella Chiesa … Osei dire, quindi, che a volte la separazione è proprio la Volonta di Dio e credo che questa mia affermazione sia incontestabile a partire dal diritto naturale.Gianni da Forlì.